Documento finale dell’Assemblea Operaia e Popolare del
03 Settembre 2011 nella Sala Restagno del Comune di Cassino.
Oggi 03 Settembre 2011 a Cassino presso la Sala Restagno del Municipio cittadino si è tenuta una ricca e partecipata Assemblea Operaia e Popolare. L’Assemblea di oggi è il coronamento di un percorso avviato alcuni mesi addietro a partire dall’appello “Prepariamo la resistenza al Piano Marchionne” promosso da un gruppo di attivisti sindacali di FIAT e di altri stabilimenti industriali del Basso Lazio trasversalmente alle differenti sigle sindacali.
Con l’Assemblea di oggi, in linea con gli obiettivi definiti nell’appello, sanciamo la nascita del Comitato Operaio e Popolare di Cassino e del Basso Lazio. Questo comitato vuole contribuire a rafforzare la preparazione della mobilitazione contro l’attuazione del “Piano Marchionne” allo stabilimento FIAT di Cassino. Quindi miriamo alla costruzione di un fronte politico-sindacale che unisca tutte le forze conflittuali al fine di respingere l’offensiva di Governo e padronato sancita dai modelli Marchionne e dalla finanziaria.
La realizzazione dell’assemblea è avvenuta in un contesto diverso da quello di partenza quando avvennero la stesura e la diffusione dell’appello. E’ chiaro che il progetto di Marchionne è quello di chiudere gli stabilimenti FIAT in Italia, spostarne i capitali nella speculazione finanziaria e contestualmente rendere un servizio al resto degli industriali nostrani aprendo la breccia dell’abolizione del CCNL, del diritto di sciopero e di decenni di conquiste sindacali. Al contempo avevamo scritto che Marchionne e il suo “Piano”, lungi dall’interessare soltanto i lavoratori del comparto FIAT, erano “l’avanguardia” del programma dell’alta finanza, degli industriali e del teatrino della politica che vuole far fronte alla crisi cancellando e riscrivendo in senso peggiorativo decenni di conquiste sindacali della classe operaia. L’approfondirsi in tempi rapidi della crisi economica del nostro paese ha portato ad un accelerazione del quadro della situazione: prima con l’Accordo del 28 Giugno poi con la legge finanziaria in via d’approvazione va predisponendosi l’estensione per legge della ricetta Marchionne al complesso delle relazioni industriali del paese (così facendo carta straccia dell’articolo 41 della Costituzione, del CCNL, ecc.).
E’ oramai un sentire comune, emerso chiaramente nel corso dell’assemblea, che di fronte agli scenari aperti dalla crisi, di fronte all’attacco alle conquiste dei lavoratori, di fronte alla riduzione degli spazi di democrazia dentro e fuori il posto di lavoro, di fronte alla portata dell’attacco padronale-governativo occorre un salto di qualità da parte del movimento operaio e popolare. La partita che si gioca attorno alla recente finanziaria non è una partita tra una porzione di capitale e i lavoratori di una singola categoria produttiva bensì riguarda tutti i lavoratori.
La posta in palio riguarda la via d’uscita dalla crisi generale in cui, per leggi ad esso intrinseche, è sprofondato il capitalismo. E’ possibile vincere le battaglie del presente solo affrontandole come parte di una battaglia più complessiva tra due fronti contrapposti e due differenti vie d’uscite dalla crisi. Non si fa fronte efficacemente contro la portata dell’attacco padronale in atto resistendo “fabbrica per fabbrica” e attenendosi al “protocollo” sindacale. Prima per Pomigliano e Mirafiori oggi per quanto riguarda Cassino è la battaglia conto l’approvazione della finanziaria “lacrime e sangue” la partita si gioca sul piano politico.
Da una parte ci sono i Marchionne, Berlusconi & co. che ci propongono la strada di accodarci alla preservazione delle loro rendite milionarie mentre noi lavoratori dovremmo spartirci la miseria di salari sempre più da fame e condizioni di vita sempre peggiori. E’ questa la strada della barbarie e della guerra tra poveri come soluzione alla crisi, è la strada per cui oggi ci si chiede di fare sacrifici in nome del sistema Italia per farne ancora di peggiori domani come magari intrupparci al loro seguito in una nuova guerra mondiale (d’altronde questo è l’esito storicamente dato della via d’uscita dei padroni dalla crisi del loro sistema).
Dall’altra parte c’è la via d’uscita dalla crisi possibile e realizzabile che può e deve essere scritta anzitutto dai lavoratori e dalle loro organizzazioni di riferimento ed è stata enunciata a più riprese nella stagione di lotta che ci lasciamo alle spalle, partendo dai “NO” di Pomigliano e Mirafiori, passando per il 16 Ottobre, il 14 Dicembre, i referendum sui Beni Comuni, le ultime elezioni amministrative fino alla resistenza NO TAV.
E’ la strada della via d’uscita dalla crisi facendone pagare il prezzo ai responsabili, è la strada della cacciata del Governo Berlusconi seguendo il vento di cambiamento che sta attraversando il mondo dai paesi del nord africa all’Europa, è la strada dell’instaurazione di una nuova direzione del paese che sia espressione delle rivendicazioni e degli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, che adotti tutte le misure e i provvedimenti più urgenti per impedire che la crisi travolga i lavoratori, che lo faccia a costo anche di dover passare sopra agli interessi dell’alta finanza, dei ricchi e degli straricchi che questa crisi l’hanno determinata e la estendono, che abbia la forza e l’autorità per farlo!
Occorrono misure urgenti come l’abolizione del debito pubblico e la nazionalizzazione delle principali banche senza costi per i cittadini per colpire a fondo la speculazione finanziaria e il potere bancario! Occorre l'uscita del nostro paese dall'Unione Europea e dall'eurozona: fuori l'Italia dall'Europa imperialista! Occorrono misure per il taglio drastico delle spese militari e la cessazione di ogni missione di guerra usando la spesa pubblica risparmiata per finanziare i servizi pubblici in dismissione! Occorrono misure per la garanzia del diritto di ogni adulto ad un lavoro utile e dignitoso attraverso l’abolizione di tutte le leggi sul precariato, la riaffermazione del contratto a tempo indeterminato, il contratto nazionale, il blocco dei licenziamenti, l’occupazione e la nazionalizzazione sotto controllo operaio delle aziende in crisi che licenziano!
Si esce dalla crisi solo facendone pagare il prezzo ai responsabili e creando le condizioni per il diritto di ognuno ad una vita e ad un lavoro dignitoso. Solo in questo modo è possibile riportare il nostro paese su una strada di progresso e di rinascita!
E’ attorno a questo obiettivo che devono oggi coordinarsi tutte le forze combattive, conflittuali e sane del paese a cominciare proprio dai posti di lavoro, il bersaglio principale dell’attacco padronale, che dobbiamo trasformare in centro della riscossa per un’altra via d’uscita dalla crisi.
Questo è lo sfondo delle battaglie che prossimamente interesseranno lo stabilimento FIAT di Cassino. Ciascuno dalla propria postazione di lotta, come Comitato Operaio e Popolare di Cassino e del Basso Lazio, vogliamo contribuire, a partire dalla costruzione della mobilitazione contro l’estensione del Piano Marchionne a Cassino, a scrivere le pagine dell’alternativa alla via d’uscita dalla crisi che governo e padroni vogliono imporci.
Aderiamo e diamo il nostro supporto al percorso del coordinamento nazionale dei lavoratori auto-organizzati.
Aderiamo e diamo il nostro supporto al percorso del coordinamento nazionale dei lavoratori auto-organizzati.
Diamo fin da ora la nostra adesione allo Sciopero Generale del 06 Settembre e lavoreremo nella direzione di trasformarlo nel primo di una lunga serie di giornate di lotta e non di testimonianza che porti alla cacciata dal basso del Governo Berlusconi e alla costruzione dell’alternativa .
Contestualmente diamo la nostra partecipazione e collaborazione all’assemblea nazionale dei movimenti per il Bene Comune che si terrà il 10 Settembre a Roma, ugualmente all’assemblea del 1° Ottobre della piattaforma “Dobbiamo Fermarli” che si terrà sempre a Roma e all’appello degli “Indignados” spagnoli, per una giornata internazionale di mobilitazione il 15 Ottobre per la costruzione dell’alternativa alla crisi.
Da Cassino al resto d’Italia possiamo vincere,
dobbiamo vincere, dipende da noi!